sabato 27 aprile 2013

L'imprenditore


L’imprenditore è colui che esercita un’attività economica, a scopo di lucro, con mezzi propri attraverso degli investimenti, ossia impiegando capitali per ricavare dell’utile.

Ecco come nel corso delle varie epoche della tecnica, secondo la suddivisione proposta da José Ortega Gasset in Meditacion de la técnica, gli imprenditori hanno cambiato il loro modo di investire.

Nel mondo dell’artigiano, ossia di “colui che sa fare le cose” il potere apparteneva a coloro che possedevano le materie prime (come grano, legno, ferro, etc…), di conseguenza gli imprenditori investivano sui prodotti grezzi.

Nel mondo del tecnico, ossia di “colui che sa far fare le cose”, figlio della rivoluzione industriale, la produzione si rinnovava con una velocità tale da rendere fallimentari gli investimenti sulle materie prime. Supponiamo che ad esempio una ditta di autoveicoli investa sul ferro per realizzare i suoi manufatti. Poco tempo dopo si scopre che impiegando una lega del ferro nella costruzione degli stessi si realizzino dei mezzi più aerodinamici, leggeri ed economici. Così facendo la ditta che ha investito in ferro va in perdita perché la materia prima di cui si era rifornita non è più utile alla produzione. Per questa ragione gli imprenditori di epoca industriale investivano in mezzi di produzione, in modo da poter reinventare i vari processi produttivi al passo col progresso tecnologico.

Nel mondo del sapere, epoca in cui stiamo entrando ai giorni nostri e che ci accompagnerà nel futuro, l’elemento fondamentale delle nuove tecnologie sarà la conoscenza. La tecnologia, quindi, non sarà più legata alla materia, ma all’informazione e il potere apparterrà a coloro che ne deterranno il monopolio. Per questa ragione, gli imprenditori moderni tenderanno sempre più a una dematerializzazione dei loro investimenti ad esempio impiegando i loro capitali in motori di ricerca. 

sabato 20 aprile 2013

Se fosse un quadro..


Se dovessi sintetizzare il mio tema in un quadro sceglierei con assoluta certezza Ritratto di Ambroise Vollard  di Pablo Picasso, una delle opere che più esemplificano il periodo del Cubismo, in particolare quello Analitico.
Come suggerisce G. Apollinaire gli autori cubisti si impegnano a:

“raggiungere proporzioni ideali, non accontentandosi più di quelle umane, perciò offrono opere più celebrali che sensuali, chiedendo allo spettatore di non soddisfare più il piacere degli occhi, ma un piacere intellettuale” generato da un allontanamento “dall’antica arte di illusioni ottiche e di proporzioni locali per esprimere le forme metafisiche”.

Con questo movimento, identificato da Kahnweiler come “nuova scrittura del reale”, Picasso si attiva a costruire un’arte intellettuale che non vuole dare all’osservatore informazioni elementari richiedendo, per essere compresa, più di uno sguardo istantaneo. Essa esigerà una sua partecipazione celebrale invitandolo a ricomporre l’idea di un determinato oggetto mediante qualche frammento-indizio proposto su tela.  


Ritratto di Ambroise Vollard (1909-19010)

Il dipinto rappresenta il ritratto del famoso gallerista Ambroise Vollard seduto ad una scrivania, con un libro aperto in mano. L’immagine dell'uomo emerge a fatica dal reticolo di piani e linee che si intrecciano su tela. I colori si rifanno alle tonalità del grigio e dell’ocra perdendo il loro classico valore descrittivo. La profondità spaziale viene suggerita tramite linee diagonali che convergono in un punto alle spalle del gallerista, mentre le linee curve suggeriscono il volume.

Quest’opera esemplifica appieno il tema da me scelto: Technology and Management, ossia la gestione industriale.
Lo scopo dell’industria è quello di produrre al meglio e con un ottimo rapporto qualità prezzo dei beni che avranno una distribuzione massiva. La trasformazione dal prodotto primario, e quindi grezzo, al prodotto finale, e quindi al manufatto che contiene un valore aggiunto, cela un immenso lavoro di coordinazione di tutte le varie fasi produttive.

Per riportare questo concetto in relazione al quadro che ho selezionato, le varie fasi produttive possono essere esemplificate dai diversi frammenti in cui l’opera è stata scomposta, mentre l’opera in sé con il manufatto finito pronto per la distribuzione. 

Con questa tela, Picasso realizza una frantumazione plastica delle immagini per incastrarle in modo composto entro una ferma architettura formale. L’autore, quindi, è il “collante” che da senso a ogni singolo frammento che se preso singolarmente non avrebbe alcun significato, ma che gioca un ruolo fondamentale nel complesso globale. Allo stesso modo il manager (ruolo che l’ingegnere gestionale sarà chiamato a rivestire) è colui che ha la responsabilità di definire gli obiettivi aziendali e le modalità di raggiungimento degli stessi coordinando e pianificando ogni singola fase necessaria per conseguire l’obiettivo prestabilito.

Per queste ragioni se il Management fosse un quadro sarebbe il Ritratto di Ambroise Vollard.

giovedì 18 aprile 2013

Sui trattati


I trattati sono dei libri tecnici che ebbero grande diffusione in epoca cinquecentesca composti al fine di operare una sistematizzazione del sapere inerente una specifica disciplina. Per quello che riguarda l’ambiente tecnologico fra i più celebri compaiono:

  DE RE METALLICA (1556) di Giorgio Agricola

  

Trattato sull'arte mineraria.
·       
            DE LA PIROTECHNIA (1540) di Vannoccio Biringuccio


Trattato sistematico sulla metallurgia-siderurgia.
·        

      L’ARTE VETRARIA (1612) di Antonio Neri


trattato sui "segreti del vetro nel fuoco".

E’ interessante notare come fra i vari trattati che risalgono a quest’epoca fino circa alla seconda metà dell’Ottocento il mondo della “gestione degli affari” non fosse contemplato come possibile argomento di analisi. Infatti, era una  tematica ancora fortemente legata a una sfera artigianale e di conseguenza non si sentiva la necessità di promuoverla nella cultura di allora.

A metà dell’Ottocento il volto della città si modifica notevolmente: cambiano le esigenze della società, il mercato inizia ad allargarsi, le domande si moltiplicano e quindi si diffonde anche l’urgenza di realizzare i prodotti in serie. Ciò comporta una standardizzazione degli stessi e una specializzazione della produzione al fine di renderla più sostenibile, produzione della quale si occuperà non più un singolo, bensì un concorso di persone.
La necessità di mettere in fase più sistemi produttivi sarà proprio lo stimolo che spingerà i grandi imprenditori-innovatori di allora, che avrò modo di approfondire nel corso del blog, a formulare e diffondere le prime teorie, e quindi anche i primi trattati, sulla scienza manageriale al pubblico al fine di guadagnarne il consenso e creare nuove opportunità per l’azienda. 

mercoledì 10 aprile 2013

il pensiero manageriale dalla A alla Z

A come AZIENDA
B come BUSINESS
C come COORDINAMENTO
D come DIREZIONE
E come EFFICIENZA
F come FUTURO
G come GUIDA
H
I come INTRAPRENDENZA
L come LAVORO
M come METODOLOGIA
N come NOVITA'
O come ORGANIZZAZIONE
P come PIANIFICAZIONE
Q come QUALITA'
R come RINNOVAMENTO
S come STRATEGIA
T come TOP
U come UTILITA'
V come VENDITA
X, Y, Z TEORIE

martedì 2 aprile 2013

Dove tutto ebbe inizio


GESTIONE=

dal latino gestio (gero+-tio) -onis, deriva dal verbo gerĕre  che significa (oltre a portare in sé, comportarsi e trascorrere, dal vocabolario di latino IL-L. Castiglioni e S. Mariotti) prendersi carico di una cosa, ossia amministrare.


Dal significato di questo termine si può dedurre come l’ingegnere gestionale sia colui che si occupa dell’organizzazione scientifica e programmata del lavoro in ambito industriale.

La nascita di questo ruolo si può far risalire alla così detta epoca del Rationalism
In questo periodo, gli imprenditori iniziarono a non investire più in beni materiali quali possedimenti e terre, ma in macchine e forza lavoro. Così facendo permisero lo sviluppo della “stagione dei tecnici” (segnata dalla rivoluzione industriale), ossia degli specialisti del settore la cui consultazione era d’obbligo per l’avvio di qualsiasi tipo di manovra produttiva.

E proprio durante il passaggio dalla tecnica dell’artigiano (artesiano) a quella del tecnico (técnicos), per usare le parole di Jose Ortega Gasset, e quindi dall’epoca della produzione artigianale a quella aperta a un mercato industriale su scala internazionale, che iniziò a sentirsi la necessità di una figura che assumesse una posizione di coordinazione e amministrazione e che accompagnasse tutti i processi decisionali con logica e strategia di mercato.

Henry Ford e Frederik Winslow Taylor sono solo alcuni esempi di grandi imprenditori che riuscirono a trasformare l’arte della “gestione” in vera e propria scienza, con tanto di teorie e sperimentazioni.


Henry Ford: imprenditore statunitense e fondatore della Ford Motor Company.


Frederik Winslow Taylor: ingegnere e imprenditore statunitense, innovatore nell'ambito della ricerca sui metodi per il miglioramento dell'efficienza nella produzione. 

In questo contesto nasce, se pur ancora a livello concettuale, la figura dell’ingegnere gestionale che soltanto verso la fine dello scorso secolo diventerà una vera e propria disciplina di studio.