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sabato 1 giugno 2013

Diversificazione e differenziazione

Alfred D. Chandler (1918-2007) fu un famoso professore di storia del business al cui successo contribuì la scrittura di The Visible Hand: The Managerial Revolution in American Business (1980).


Il titolo allude, in senso critico, alla teoria di Adam Smith della "Mano invisibile", sostenitore del libero mercato, secondo cui qualsiasi sistema economico perfettamente concorrenziale seguirebbe un'inclinazione naturale senza che nessuno intervenga direttamente per incrementarne l'utilità. Chandler, invece, notò che  durante la Seconda Rivoluzione Industriale ci fu la necessità di gestire un notevole flusso di capitali i quali richiedevano l'intervento di un numero sempre più elevato di manager e imprenditori che organizzassero e coordinassero la struttura amministrativa e l'economia d'impresa. Il successo del mercato moderno quindi  era dovuto a un'organizzazione razionale del lavoro sempre più innovativa.

Una delle idee base di questo nuovo modo di approcciarsi al mercato fu la diversificazione e differenziazione della produzione. Secondo questa politica aziendale, un'impresa, per aver garanzia di successo, non deve limitarsi a rispondere a una specifica richiesta del consumatore. Ad esempio una ditta di automobili dovrebbe incaricarsi anche della produzione di beni scollegati dal mercato dell'auto come ad esempio biciclette. Così facendo, nel momento in cui il mercato dell'automobile dovesse subire una crisi, la suddetta azienda non ne risentirebbe in quanto potrebbe puntare sull'altra branca della sua produzione.

Un esempio reale di questa politica si trova a Ivrea con l'Olivetti, una società che opera nel settore dell'informatica, fondata nel 1908 da Camillo Olivetti (1868-1943) e famosa per le sue macchine da scrivere e da calcolo.


Olivetti intuì l'importanza di una meccanizzazione dell'amministrazione e di conseguenza presentò la sua macchina da scrivere durante la Grande Esposizione Universale che si tenne a Torino nel 1911 che lo portò al successo. Egli però, capì anche l'importanza di una diversificazione della produzione, e di conseguenza la sua ditta fu allargata al fine di inglobare una sezione dedicata a macchine utensili.










giovedì 30 maggio 2013

Il tempo

In passato, il vero laboratorio della meccanica era l'astronomia (dal greco "legge delle stelle"). 
Con l'invenzione del pendolo, attribuita a Galileo Galilei (1564-1642) nel 1583, il tempo inizia ad essere scandito con regolarità e questo rivoluzionò completamente mondo tecnologico. Egli intuì il principio che stava alla base del moto del pendolo semplicemente osservando il movimento di un lampadario all'interno del duomo di Pisa. A realizzare praticamente le sue intuizioni fu Christian Huygens (1629-1695) il quale costruì il primo orologio a pendolo della storia. L'elemento base che lo caratterizzava era lo scappamento, ossia un ingranaggio costituito da una ruota dentata che trasformava il movimento oscillatorio in rotatorio e automaticamente permetteva la scansione del tempo.




Il tempo, non più inteso come tempo astronomico dettato dal Sole e dalle stelle, ma come tempo artificiale, fatto a macchina, ossia quello scandito dall'orologio, è il vero protagonista della rivoluzione industriale e la sirena ne è l'emblema. Infatti, un'organizzazione scientifica del lavoro prevedeva razionali e programmati turni di lavoro la cui durata era appunto gestita dall'orologio e applicata tramite la sirena che segnalava il cambio degli stessi.

Per avere ulteriori informazioni inerenti al tema del tempo vi consiglio di visitare il seguente blog:
http://tandt-historyoftechnology.blogspot.it/

lunedì 27 maggio 2013

Divisione e specializzazione del lavoro

Due dei principi fondanti della rivoluzione industriale sono la divisione e la specializzazione del lavoro che vedono come loro teorizzatore Adam Smith (1723-1790) in An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations (Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni) pubblicata nel 1776.


In quest'opera Smith spiega come la suddivisione del lavoro debba avvenire lungo due piani:
  1. Divisione orizzontale (detta anche Macroeconomica):
    il sistema economico si suddivide in diversi rami (settori o industrie) che producono beni, o gruppi di beni, diversi.
  2. Divisione verticale:
    il sistema economico si suddivide in diverse figure professionali e il lavoro si suddivide in distinti ruoli nella produzione (mansioni) che permette una meccanizzazione della produzione. 


Ciò comporta una velocizzazione e un incremento della produzione accompagnata parallelamente da una diminuzione dei costi del lavoro. Per avvalorare la sua tesi riporta un famoso esempio su una fabbrica di spilli:

« Io ho visto una piccola manifattura...dove erano impiegati soltanto dieci uomini e dove alcuni di loro, di conseguenza, compivano due o tre operazioni distinte. 
Ma, sebbene fossero molto poveri e perciò solo mediocremente dotati dei macchinari necessari, erano in grado, quando ci si mettevano, di fabbricare, fra tutti,...più di quarantottomila spilli al giorno.
Si può dunque considerare che ogni persona, facendo la decima parte di quarantottomila, fabbricasse quattromilaottocento spilli al giorno. 
Se invece avessero lavorato tutti in modo separato e indipendente e senza che alcuno di loro fosse stato previamente addestrato a questo compito particolare, non avrebbero certamente potuto fabbricare neanche venti spilli per ciascuno. »

Per quello che riguarda la suddivisione dei ruoli, di fondamentale importanza è quest'estratto:

« Con il progredire della società, la filosofia o speculazione, diviene, come ogni altra occupazione, l'unica o la principale attività professionale di una particolare categoria di cittadini e, come ogni altra occupazione, anch'essa si suddivide in un gran numero di rami diversi, ciascuno dei quali occupa una particolare categoria o un particolare gruppo di filosofi. E questa suddivisione delle occupazioni...accresce la perizia e fa risparmiare tempo.»

In questo senso è interessante notare come Menenio Agrippa, politico romano, sia stato un profeta delle teorie di Smith.    



Egli viene spesso ricordato per il suo apologo che placò un' insurrezione dei plebei (nota come Secessione sul Monte Sacro) in protesta contro i patrizi in quanto ritenevano ingiusta la suddivisione del lavoro che era stata loro imposta.

« Olim humani artus, cum ventrem otiosum cernerent, ab eo discordarunt, conspiraruntque ne manus ad os cibum ferrent, nec os acciperet datum, nec dentes conficerent. At dum ventrem domare volunt, ipsi quoque defecerunt, totumque corpus ad extremam tabem venit: inde apparuit ventris haud segne ministerium esse, eumque acceptos cibos per omnia membra disserere, et cum eo in gratiam redierunt. Sic senatus et populus quasi unum corpus discordia pereunt concordia valent. » 

(Ad Urbe Condita II di Tito Livio)

« Una volta, le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso [ad attendere cibo], ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo confezionassero a dovere. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, a indebolirsi furono anche loro stesse, e il corpo intero giunse a deperimento estremo. Di qui apparve che l’ufficio dello stomaco non è quello di un pigro, ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi tornarono in amicizia con lui. Così senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute. »

Le teorie di Smith, per quanto vantaggiose da un punto di vista economico, hanno incontrato una forte opposizione da parte di pensatori della portata di Karl Marx (1818-1883). Nel Il Capitale Marx condanna i principi di Smith in quanto porterebbero a un' alienazione dell'operaio riducendolo  "spiritualmente e psichicamente alla condizione di macchina".



Vi consiglio di visitare i seguenti link da cui ho tratto diverse informazioni che ho impiegato in questo articolo:
(26 Maggio 2013)